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Atrani, Comune, storia

Una storia inedita: la rinascita del Comune di Atrani

"Vi racconto un evento di cui sono stata testimone: la rinascita del comune di Atrani. Era il 1945. Mio padre era vice potestà di Amalfi. Atrani, durante il Ventennio fascista, fu annessa ad Amalfi"

Inserito da (Redazione Costa d'Amalfi), sabato 16 novembre 2024 08:46:29

di Maddalena Di Benedetto

"A mezzo di mamma e papà, vi comunico che dalle ore 18 e minuti 10 ci sono anche io. Così, i miei genitori, Gabriele di Benedetto e Giuseppe Criscuolo, annunciarono il 7 febbraio 1939 la nascita della loro primogenita Maddalena.

Prima di cinque figli, Francesco, che purtroppo non c'è più, Vincenzino, Vittorio e Luigi. Un'infanzia gioiosa e serena. Con tante feste in famiglia, le tradizioni religiose da rispettare, le gite in montagna, i pellegrinaggi ai santuari, ed il primo indimenticabile viaggio a Roma.

Tutto questo finì il 6 febbraio 1955 per l'improvvisa scomparsa di mio padre. Avevo sedici anni. La morte di mio padre indirizzò in modo diverso la mia vita.

Sono ritornata ad Atrani da più di vent'anni, per motivi familiari e quasi quarant'anni di lavoro. A ottantacinque anni godo di ottima salute, ed ho memoria ferrea. Vivo con entusiasmo e con gioia. Grazie forse ai cinque mesi di bagni di mare, all'ottimo pesce della Pescheria del Doge, ed ai prodotti genuini che mi fornisce il caro Luigi.

In questi silenziosi pomeriggi di novembre, la mente va al passato, e non potendo condividere con altri emozioni e ricordi mi affido alla penna.

Vi racconto un evento di cui sono stata testimone: la rinascita del comune di Atrani. Era il 1945. Mio padre era vice potestà di Amalfi. Atrani, durante il Ventennio fascista, fu annessa ad Amalfi.

Il paese era in condizioni pietose, però c'era la voglia di rinascere e di ricominciare. I ben pensanti atranesi si riunirono per decidere a chi assegnare le sorti del paese (le elezioni erano alle porte). Decisero.

Il 31 dicembre 1945, vigilia di Capodanno, com'era consuetudine, gli amici di mio padre (il gruppo del capodanno), ed altri amici per trascorrere la serata insieme.

Quella fu una serata speciale, c'erano tutti gli amici di mio padre. Tra questi Luigi Ristaino, che all'improvviso ponendogli tra le braccia mio fratello Vittorio, bello e biodo, più che comunicargli, gli ordinò: tu sarai candidato a sindaco! Giura sulla testa di tuo figlio, che farai rinascere Atrani!

Furono applausi, luci delle stelle filanti, e lo sparo dei mortaretti.

Pochi mesi dopo, nell'aprile del 1946, ci furono le elezioni. Il popolo atranese, all'unanimità, elesse il primo sindaco del dopoguerra: Gabriele Di Benedetto.

Era una mattina di primavera, piena di sole, mio padre, bello e giovane, mi teneva per mano sullo stradone. Felice ricambiava sorrisi e abbracci.

Era una festa. I fuochi di artificio, e il suono festoso delle campane, annunciarono che Atrani era comune a sé.

Il primo atto fu quello di rifare il gonfalone del comune, con la scritta: Civitas Atranesis."

Fonte: Il Vescovado

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