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Tu sei qui: Storia e StorieVia Fani, 16 marzo 1978: l’attacco delle Brigate Rosse che cambiò la storia d’Italia

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Un attacco senza precedenti alla Repubblica: il rapimento di Aldo Moro e il massacro della sua scorta

Via Fani, 16 marzo 1978: l’attacco delle Brigate Rosse che cambiò la storia d’Italia

Un commando delle Brigate Rosse tende un agguato in via Fani a Roma, uccidendo cinque uomini della scorta dello statista Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, poi sequestrato e ucciso dopo 55 giorni di prigionia. Un evento che segnò il punto più drammatico della strategia della tensione

Inserito da (Admin), domenica 16 marzo 2025 17:03:50

Roma, 16 marzo 1978. Una mattina di sangue e terrore scuote la Capitale e l'intero Paese. Sono le 8:50 quando, in via Mario Fani, un commando delle Brigate Rosse blocca il convoglio su cui viaggia l'Onorevole Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana. L'attacco è rapido, chirurgico, letale. Con un'azione paramilitare studiata nei minimi dettagli, i terroristi aprono il fuoco contro le auto della scorta, falciando senza scampo cinque uomini delle forze dell'ordine.

A bordo della Fiat 130 su cui viaggiava Moro si trovavano il Maresciallo dei Carabinieri Oreste Leonardi, capo scorta, e l'Appuntato Domenico Ricci. Entrambi vengono crivellati di colpi e uccisi all'istante. Poco dietro, sulla seconda auto di scorta, trovano la morte anche gli agenti della Polizia di Stato Francesco Zizzi, Giulio Rivera e Raffaele Iozzino. La ferocia dell'attacco lascia sul selciato 91 bossoli, testimoni di una violenza inaudita.

Dopo l'esecuzione, i brigatisti prelevano Moro, lo trascinano in un'auto e fuggono, aprendo un periodo di angoscia per la Nazione. La loro rivendicazione giunge poco dopo attraverso telefonate anonime e comunicati alle redazioni dei giornali. Nei successivi 55 giorni, il Paese rimane sospeso tra speranza e paura, mentre le forze dell'ordine setacciano Roma e altre città alla disperata ricerca dell'ostaggio.

Il tragico epilogo arriva il 9 maggio 1978, quando il corpo di Moro viene ritrovato in una Renault 4 rossa parcheggiata in via Caetani, a metà strada tra la sede della Democrazia Cristiana e quella del Partito Comunista Italiano, a simboleggiare un crudele messaggio politico. L'Italia piomba nello sgomento, mentre il delitto Moro si consacra come il punto più alto della sfida terroristica allo Stato.

L'agguato di via Fani resta una delle pagine più buie della storia repubblicana. In quel giorno, oltre alla vita di Moro, il Paese perse cinque servitori dello Stato, caduti nel disperato tentativo di proteggere l'uomo simbolo della mediazione politica tra le diverse anime della Repubblica. Oggi, il loro sacrificio viene ricordato come un monito contro l'eversione e l'attacco ai principi democratici su cui si fonda l'Italia.

 

Fonte e Foto: Carabinieri.it

Fonte: Il Vescovado

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