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“Gambero Rosso” racconta la sinergia virtuosa tra due eccellenze: Costieragrumi e Agrimontana

Carlo De Riso e Chiara Bardini: un sodalizio tra nord e sud in un’ottica di spreco zero e utilizzo anche del prodotto imperfetto

Inserito da MP (Admin), venerdì 7 luglio 2023 13:15:03

Un articolo interamente dedicato all'oro giallo della Costa d'Amalfi, un excursus storico che illustra ai lettori di "Gambero Rosso", la prestigiosa rivista di enogastronomia, le radici identitarie e la cultura di un intero territorio, imperniata in ogni suo aspetto attorno a un frutto dal colore del sole: lo Sfusato Amalfitano.
In questo lembo di terra affacciato sul mare in un susseguirsi di curve e versanti scoscesi, nel corso dei secoli i "contadini volanti" hanno portato avanti un virtuoso esempio di agricoltura eroica: facendo affidamento sulla forza delle mani, l'agilità delle gambe e il loro ingegno, generazioni di marinai votati all'agricoltura hanno sfidato suoli impervi e terreni scoscesi, costruendo terrazzamenti sostenuti da muretti a secco, custodi di biodiversità e argine ai dissesti di una terra ad alto rischio idrogeologico.

Tra le vallate dei Monti Lattari e la brezza marina, si è venuto a creare il microclima ideale per la coltivazione dello Sfusato Amalfitano, così chiamato per la caratteristica forma affusolata, dalla buccia di colore giallo chiaro di medio spessore, ricchissima di olii essenziali. Le proprietà organolettiche di questo agrume, particolarmente ricco di Vitamina C, erano note sin dai tempi della repubblica Marinara di Amalfi, quando i marinari erano soliti portarne una grossa quantità sulle loro navi in giro per il Mediterraneo, come rimedio efficace contro lo scorbuto.

Dopo un periodo di declino, la limonicoltura in Costiera Amalfitana è tornata nuovamente in auge nel 2000, con il riconoscimento dell'Indicazione Geografica Protetta (IGP). Nel 2016, poi, con la costituzione di un'organizzazione di produttori, si è riusciti nell'intento di riunire una realtà agricola locale frammentata in tanti piccoli appezzamenti e, al contempo «arginare un pericoloso abbandono dei terreni - spiega il cav. Carlo De Riso, promotore e organizzatore della OP Costieragrumi, che insieme ai cugini Giovanni e Evaristo segue personalmente ogni fase della trasformazione del limone - Per prima cosa abbiamo messo al bando tutti i trattamenti che prevedono prodotti chimici e siamo compatti nel tutelare alcune pratiche che da sempre contraddistinguono la nostra limonicoltura, come l'utilizzo di pali in castagno e lacci in salice. Unendoci siamo riusciti ad ottenere dei contributi e a far percepire al consumatore il nostro limone come un prodotto di eccellenza».
Una volta raccolti, i limoni vengono lavorati nello stabilimento di Minori, selezionati e confezionati, pronti per raggiungere i mercati nazionali e internazionali grazie all'utilizzo di camion dotati di celle isotermiche refrigerate.

Dalla terra alla tavola, dalle mani degli agricoltori a quelle dei pasticceri. La valorizzazione di un prodotto unico, qual è il Limone Costa d'Amalfi IGP, sfruttandone a pieno le proprietà organolettiche, è la filosofia del modus operandi di Chiara Bardini, General Manager di Agrimontana, azienda leader da oltre 50 anni nella produzione di ingredienti per l'alta pasticceria e la gelateria.
Un sodalizio virtuoso tra nord e sud, insomma, che, in una logica di sostenibilità, rispetto dei cicli naturali e della stagionalità, sta mettendo in pratica nuove tecniche e accorgimenti in un'ottica di spreco zero e utilizzo anche del prodotto imperfetto.

Fonte: Il Vescovado

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